Diritto al silenzio

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Ed eccoci di nuovo a parlare dei Diritti Naturali di bimbi e bimbe con il Diritto al silenzio: ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell'acqua.


Si sa, i bambini sono rumorosi, e anche i giochi per loro sono rumorosi, a volte fastidiosamente rumorosi.
Il silenzio ai bambini spesso fa paura e tendono a romperlo quando se ne sentono attanagliati; vi capita mai di stare zitte mentre i vostri figli vi domandano "Mamma perché non parli?" a me succede, molto spesso.
Ai bambini li accompagniamo sin dal pancione, col suono della nostra voce e col battito del nostro cuore, cantiamo ninna-nanne, canzoncine e filastrocche, così li disabituiamo al silenzio e quando glielo ripresentiamo, per loro è un amico sconosciuto che identificano come nemico.

Il silenzio è invece un grande alleato: calma, tranquillizza, culla.
Non dovremmo disabituare i nostri figli al silenzio ma educarli a coglierne i vantaggi.
Silenzio non è sinonimo di mamma arrabbiata.
Silenzio non è sinonimo di mostri in arrivo.
Silenzio non è solitudine.

Se ci mettiamo ad ascoltare, il silenzio ci dirà molte cose, in casa e fuori.
All'aperto potremmo cogliere il fruscìo delle foglie al vento, coperto di solito dalle nostre grida entusiaste; i variegati suoni della pioggia che cade su tetti, vetri, sulla strada; ascoltare la natura che 'ci parla' può trasformarsi in un'esperienza terribilmente piacevole e in un momento di introspezione, una volta diventati grandi.
Personalmente adoro camminare da sola, nell'assordante silenzio dell'aria di casa mia, e in quel silenzio toccare colori e rumori ad intensità inusuali, e ritrovare me stessa nella sincerità più pura; in quei momenti scopro molto di quella me senza filtri.

In casa. In casa pensiamo di conoscere ogni suono e invece nel silenzio scopriremo quello scricchiolio mai notato, quanto sia vicina la voce della dirimpettaia; se viviamo in appartamento in questi momenti riusciamo ad immaginarci la tizia di sopra, se è in ciabatte, scalza, o con i tacchi pronta per uscire; dal click della manopola della lavatrice ci viene detto che la mamma è in lavanderia e sta per mandare il carico del bucato dove magari abbiamo la maglietta preferita, così domani la potremo rimettere.

Trovo che non bisogni forzare la mano nel rapporto bimbi-silenzio, ma che bisogna insegnarne il valore sin da piccolissimi, del silenzio che va donato e di quello che si richiede.
A volte mi è capitato di non rispettare la muta richiesta di silenzio dei miei figli e vedendoli imbambolati - in realtà concentrati - eccomi essere fuoriluogo "Che fai? Tutto bene?" oppure "Sveglia!"
Siamo mamme, siamo esseri umani, si sbaglia, ma con un sorriso si riconosce l'errore e si cerca di evitare di ripeterlo, a volte ahimé con scarsi risultati.

I bambini devono sapere che 'qui non si urla', o che ' qui si sta zitti' ma come loro, anche noi dobbiamo saper tacere quando loro sono in ascolto del silenzio, è un loro diritto e un loro momento di apprendimento.

Aline - Mammanontiarrabbiare

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  1. Che bel racconto,che bel parlare!! mi sono immedesimata tantissimo e...mi sono rivista. È vero,noi mamme sbagliamo ma....siamo mamme vere se poi impariamo e ammettiamo di aver sbagliato. Ho abituato mio figlio al silenzio,fin da piccolo....quando lo allattavo pretendevo il silenzio intorno a me....niente suocera,niente cellulare,niente parenti in visita. Era un momento tutto nostro! ancora oggi è cosi!!! senza contare che mio figlio ha praticato yoga per due anni.a 7 e 8 anni. Ora ne ha 10!! e spesso trascorrimo i nostri pomeriggi con la tv spenta,a fare i nostri lavoretti, a parlare, a scherzare e....anche a goderci il silenzio della lettura di un libro.

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    1. Grazie della tua testimonianza! E che bello che siamo mamme diverse, ciascuna unica eppure in certe cose molto vicine e simili.

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