IN HER SHOES: SCUSATE SE FACCIO IL MESTIERE PIU' BELLO DEL MONDO

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Il lavoro visto con gli occhi dei miei bambini

No, giuro, non sono impazzita! E non sono nemmeno stata colta da un improvviso delirio di onnipotenza o da un travaso di autostima...
Oggi è stata una giornata allucinante: troppi intoppi, troppe cose da fare, troppe responsabilità e, diciamocelo, mi sono sentita sola e abbandonata a me stessa come il piccolo principe in mezzo al deserto senza la sua rosa.
Poi sono tornata a casa e per prima cosa mia figlia mi ha abbracciato e ha indossato le mie scarpe con il tacco (a 4 anni le indossa molto meglio di me!), mi ha guardato con occhi sognanti e mi ha detto "quanto sei fortunata a poter indossare i tacchi tutto il giorno al lavoro..." e io "hai ragione amore mio" - se solo le mie caviglie la pensassero come lei -

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Poi mio figlio è partito con la solita raffica di domande "quanti camion avete caricato oggi?" "ma tu ci puoi salire sul muletto?" - con i suddetti tacchi sarebbe una scena da immortalare - "oggi hai fatto una riunione?" "hai scritto tutto sulla lavagna?"  "domani posso venire al lavoro con te invece di andare all'asilo?"

 "I fanciulli trovano tutto nel nulla, gli uomini nulla nel tutto" G. Leopardi 


Allora ho cominciato a riflettere su come la vita, vista da diverse angolazioni, possa assumere sfumature e significati diversi. E di come la nostra percezione delle cose e delle situazioni possa cambiare se spostiamo la prospettiva e rivoluzioniamo il nostro modo di guardarle. 
Il lavoro non fa eccezione: ricorda tanto il gioco della felicità di Pollyanna. E senza arrivare a ringraziare di aver ricevuto una stampella al posto di una bambola, solo per il fatto di non doverla usare, possiamo provare a sentirci più felici di ciò che abbiamo? 
La risposta è SI. Perché è tutto nelle nostre mani, o meglio, nelle nostre teste ! 

"Un bambino può insegnare sempre 3 cose ad un adulto: 
- ad essere contento senza motivo
-ad essere sempre occupato con qualche cosa
       - a pretendere con ogni sua forza quello che desidera           
  -Paulo Cohelo- 

Allora guardiamo un bambino dritto negli occhi; osserviamolo giocare e immaginare di essere tutto ciò che vuole e proviamo a 'rubare' un pochino del suo entusiasmo, del suo stupore... 
Perché un bambino vive nel momento presente: per lui esiste solo qui e solo ora! Non pensa né al passato né al futuro e qualsiasi cosa decida di fare, la affronta con totalità e intensamente...
E' con questi occhi che dovremmo riuscire a guardare le nostre scrivanie! Trovare nuovi stimoli e nuovi modi di svolgere i compiti di tutti i giorni è quella manciata di polvere magica che rende speciale anche il disbrigo della pratica più polverosa dell'archivio: creatività e un sano senso di distacco sono la lampada di Aladino che accende la nostra mente e la nostra autostima. Siamo noi a determinare le regole del gioco: e i veri duri iniziano a giocare davvero solo quando il gioco di fa duro!

"I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano di spiegargli tutto ogni volta!"
Antoine De Saint.Exupery


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Così come i tacchi sono scomodi. difficili da gestire, ma sanno farmi sentire favolosa (e valgono un piccolo sacrificio), così nel lavoro i compiti sono spesso ripetitivi e ingrati: ma trovare il modo di svolgerli in modo personalizzato, professionale ed efficace ci rende orgogliosi di noi stessi e utili alla causa. E i sacrifici, alla lunga, pagano e sono riconosciuti. 


In fondo se i miei bambini sistemano i loro giochi, mangiano tutto ciò che preparo e non esagerano con la TV, nel fine settimana hanno un premio: davvero la vita adulta è così diversa? O sono gli occhi di noi adulti a vedere in modo sbagliato ? 

"Di notte gli adulti pensano ancora alle fatiche del giorno. Solo i bambini si addormentano stremati di mistero" 
F. Caramagna


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