Perché i bambini fanno i capricci?

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A tutti i bambini capita di fare i capricci, ma ad alcuni molto di più. Perché?
Sfatiamo subito il mito che il bambino che fa i capricci e che poi ottiene ciò che vuole dai genitori sia un bambino soddisfatto. Magari si sentirà potente, ma non certo apprezzato e amato!
Quando il bambino fa i capricci, il genitore gioca un ruolo fondamentale. Infatti, nessun bambino fa i capricci senza la compresenza di un adulto.
Al momento del capriccio, cresce nel genitore la rabbia (quante volte si sente il genitore urlare per l'esasperazione contro il bambino), che aumenta con l'aumentare della rabbia e dell'angoscia del piccolo. Genitore e figlio sentono la sfida, ma anche il senso di impotenza.
Succede allora che spesso il genitore perda le staffe e reagisca in malo modo, sgridando il piccolo o addirittura dandogli uno sculaccione.

Foto pixabay


Come fare per controllare il capriccio del bambino?
Secondo il dott. Paolo Roccato, psicoterapeuta e psicoanalista, occorre considerare alcuni aspetti:
Innanzi tutto, un fenomeno relazionale: non esistono bambini "capricciosi" perché i bambini non fanno i capricci quando sono da soli. I capricci sono fenomeni relazionali, che hanno lo scopo di modificare la relazione.

Si svolgono sempre su due piani: un piano esplicito (la scusa che fa esplodere il capriccio, come il giocattolo o il dolce) e quello importante, implicito (il vero motivo) di cui sia il genitore che il bambino sono inconsapevoli, anche se il piccolo ne è un pochino più consapevole del genitore.
Nel dettaglio, il piano esplicito è considerato una sciocchezza, sia per la qualità ("E' solo un giocattolo, smettila!") che per la quantità ("Te ne ho già comprati tre questa settimana!"). Invece, per il bambino, la questione sembra di primaria importanza, quasi una questione di vita o di morte. In realtà per il bambino la cosa esplicita non ha grande valore neanche per lui. Lo ha invece sul piano implicito...

Il piano implicito è quello importante, quasi mai evidente anche se ricco di indizi. Il piccolo fa di tutto per far cogliere all'adulto questi indizi, ma l'adulto non se ne accorge quasi mai. Il piano implicito può riguardare molti aspetti della vita mentale e relazionale del piccolo, del genitore e della relazione tra i due. Vediamoli nel dettaglio (tra i più frequenti):

- "Ho bisogno di un segno concreto del tuo amore perché non sono certo che tu mi ami". Può dipendere da vari fattori, come il fatto che il genitore stia un po' trascurando il piccolo perché ha dei problemi personali (di salute, di lavoro, di vita di coppia, di famiglia). Oppure può essere che il piccolo si senta in colpa per qualcosa e abbia bisogno di essere rassicurato dal genitore sul fatto che il suo amore per lui non è cambiato, perché teme di averlo perduto;
- "Ho bisogno di sapere quanto potere ho, sia in assoluto che nella relazione con te". Il potere è quella funzione relazionale per cui una persona fa qualcosa che altrimenti non farebbe. In questo caso, il bambino può non sentirsi considerato come soggetto e schiacciato dalla autorevolezza o forte personalità del genitore.
- "Ti comunico che non stai gestendo correttamente il tuo potere con me, mentre io ho bisogno di sentire il tuo potere più chiaro, coerente ed esplicito, per potermi orientare meglio e trovare sicurezza". Questo è il caso di capriccio come provocazione. Il bambino ha bisogno di sentirsi importante per l'adulto e di avere delle regole precise da seguire;
- "Ho bisogno di sapere che tu, a cui io sono stato affidato, sei stabile e forte". Questo è il caso che genera più angoscia nel bambino: pensare che il genitore sia una marionetta nelle sue mani. Allora il piccolo prenderà in mano le redini del potere, però a modo suo... Assumerà un atteggiamento dispotico, dittatoriale che rischierà addirittura di intimidire l'adulto insicuro. E' il caso in cui il genitore si sente in colpa nei confronti del piccolo.
- "Ho bisogno di avere un certo grado di autonomia". Il piccolo ha bisogno anche della sua autonomia, per questo cerca di liberarsi dalla protezione del genitore, attraverso i capricci.
- "Ho bisogno di percepire me stesso come soggetto". Il bambino vuole essere considerato, ma il suo modo di agire deve essere guidato dagli adulti e le leggi le devono stabilire i grandi.

In sintesi, occorre individuare qual è il piano implicito per poter agire di conseguenza e migliorare la situazione.
I capricci vanno presi molto sul serio perché sono espressione di un disagio. Per controllarli, dobbiamo prima di tutto individuare il motivo vero e poi adottare delle "strategie". Spesso, anche solo prendere seriamente il capriccio, può aiutare il piccolo a calmarsi, ma soprattutto a migliorare nel suo comportamento generale.

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