A Carnevale si sà, ogni scherzo vale, perché allora rimanerci male?

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Il mio piccolo ometto ha una passione per l'uomo ragno.
Secondo me, a dirla tutta, non ha bene idea di chi sia, ma la zia questa estate gli ha regalato una piccola bambola che lo rappresenta e da allora, è diventato il suo super eroe. Ecco perché, l'altra mattina, dopo aver realizzato che era il primo martedì di carnevale, ho pensato che sarebbe stato bello portarlo a passeggiare vicino al mare, vestito da uomo ragno e munito di coriandoli, o triangoli come li chiama lui.
Stiamo vivendo una fase un pò difficile e quindi, questo mi pareva un ottimo modo per coccolarci e divertirci un po', ma soprattutto per regalargli l'esclusiva, visto che secondo me, è un momento in cui soffre un po' di più la presenza di sua sorella che, nonostante ora cammini e sia più simile a lui che a una neonata, continua a dormire nel letto di mamma e papà e prende ancora "la nenne".
Ho passato l'intera mattinata alla ricerca dei pezzi per assemblare il nostro personalissimo costume: da H&M per pochissimi euro, sono riuscita a trovare una mascherina e poi, da Prenatal una bella maglietta dell'uomo ragno appunto, dotata di un cappuccio.  Non solo, sono riuscita a rimediare due sacchetti enormi di coriandoli per nemmeno due euro. Insomma con poco meno di venti euro, ho pensato, avrei fatto davvero contento il mio Mattia.
Carnevale
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Personalmente non amo i costumi già fatti, preferisco prendere dei pezzi qua e là. Sapessi cucire lo avrei fato io stessa, ma visto che so a malapena attaccare un bottone, mi piace scegliere il tema e poi inventare. Credo anche che possa essere un ottimo modo per stimolare la sua fantasia, un accenno e non tutto il costume, sbaglierò, ma io la penso così.
Avevo pensato a tutto e avevo comprato ogni singolo pezzo, assaporando il meraviglioso sorriso che mi avrebbe fatto, l'enorme abbraccio che mi avrebbe regalato e i punti che avrei riguadagnato. Che mamma meravigliosa.
Me la ridevo convinta di portagli il tesoro più grande del mondo.
Arrivata a scuola, mi ha visto con il sacchetto in mano (la trasformazione nell'uomo ragno l'avevo programmata nell'atrio dell'asilo) e mi ha subito sorriso. Solo che poi, le cose non sono andate esattamente come avevo previsto: scherzetto! Mattia voleva solo i coriandoli, non gli interessava altro. Ho provato a proporgli la maschera, la maglietta sorridendo a mille denti, NIENTE. Un NO deciso, urla e pianti: VOGLIO I TRIANGOLI! DOVE SONO I MIEI TRIANGOLI!
A quel punto, dopo aver sentito nelle orecchie la musichetta che al circo si mette quando un numero non va come dovrebbe, mi sono arrabbiata non molto, moltissimo.
Era una di quelle arrabbiature che, in realtà, nascono da e al contempo nascondono, una delusione infinita.
Mi ero fatta un mega viaggio senza tenere conto di una cosa: Mattia in quanto persona, avrebbe avuto la sua reazione, avrebbe scelto cosa, tra i regali che gli portavo, avrebbe preferito.
Nel caso specifico i "triangoli".
Invece io l'ho sgridato. Gli ho pure tenuto il muso: sì, a un bimbo di tre anni, la mamma di trentanove ha tenuto il broncio. Lui mi diceva che avrebbe messo la maschera e la maglia a casa, io insistevo perché la mettesse subito, perché il pomeriggio prevedeva una bellissima passeggiata con i nonni, Ami e il mio piccolo uomo ragno.
Che mamma meravigliosa....con il mio sacchetto in mano, con dentro la maschera dell'uomo ragno, nella mia delusione incazzata, ho pensato: "non mi piace come sta venendo su Mattia, è un continuo urlare, dire no, non ascoltarmi. E' un continuo rendermi la vita difficile. Non è come vorrei".
Che cosa orribile vero? Per carità, mica gliel'ho detto, ma l'ho pensato. Subito dopo, un veloce esame di coscienza: sono stanca e così ho perso di vista  l'importanza della funzione di "contenimento" che noi genitori abbiamo.
Un libro parla dei NO che aiutano a crescere, per il momento rubo solo il titolo, per spiegare che forse, in questi giorni, Mattia è così poco gestibile perché un sì detto pur di non sentirlo urlare, lo ha portato a non sentirsi realmente visto e a fare di tutto per farsi notare: regredire, lanciare oggetti, pestare i piedi, come a gridare con tutto se stesso: "ehi mamma ti riconnetti?".
Già, mamma, invece che piangerti addosso e fustigarti, riprendi in mano la situazione.
Perché spesso è così difficile accettare che i nostri figli possano essere così diversi da come ce li aspettiamo?
Perché è questo il punto che mi ha fatto scattare come una molla: mi sono arrabbiata perché Mattia non è stato come mi sono immaginata.
Penso a ciò che spesso mi ripete la mia mamma: Federica, ricordati che il difficile non è metterli al mondo, ma accompagnare i tuoi figli per il mondo, lasciando che, pur avendo in te un punto di riferimento importante, per dirla alla Bowlby una base sicura, loro possano diventare ciò che sono.
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Alla fine siamo andati a fare la passeggiata.
Per la prima metà del giro io ero fredda, arrabbiata, Mattia ha dato fondo ai suoi coriandoli e io dietro in silenzio. Poi finiti tutti i coriandoli, Matty è corso da me, con un sorriso enorme mi ha chiesto se poteva indossare la maschera e la maglietta.
Ho capito, ho capito in quel momento due cose, anzi una la sapevo già:
  1. mio figlio è una bella testina
  2. non sono stata in grado di ricordarmi che lui è una personcina, con un suo carattere, con le sue idee. Una persona che come me vuole decidere per se stesso. Okay, a tre anni non è che posso concedergli tutto, ma se divertirsi prima con i coriandoli e poi con il resto sì.
  3. (sì, lo so ho scritto due) chissà da chi avrà preso questa testa dura? :-)

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