Rifugio Roda di Vael nelle Dolomiti Trentine

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Gite in montagna con i bimbi

Rifugio Roda di Vael nelle Dolomiti Trentine
 



Oggi vi voglio condurre in un luogo davvero bellissimo, compiendo un percorso ad anello altamente spettacolare: raggiungeremo, con zaino portabimbo, il Rifugio Roda Di Vael servendoci del Vial de le Feide, tornando per l'Alta via dei Fassani, nelle splendide Dolomiti trentine.
La partenza è fissata a Vigo di Fassa dove, lasciata la macchina in uno dei parcheggi limitrofi, si prende la funivia Catinaccio, la stessa che abbiamo preso per la gita al Rifugio Gardeccia: in pochi minuti si arriva quindi al già noto fantastico pianoro di Ciampedie, punto di partenza di mille avventure!



In realtà questa camminata è stata fatta l'anno scorso, quando ancora nella Valle del Vajolet non ci eravamo avventurati e, soprattutto, quando ero ancora in attesa di Filippo: questo per rassicurarvi che l'itinerario è sì lungo, ma se ce l'ho fatta io incinta...direi che chiunque può!



Caricato il bravissimo Daniele sulle spalle del duevoltepapà (che ha qui sfoderato le sue doti da bravissimo trekker in maniera pazzesca), ci siamo indirizzati verso il Rifugio Nigritella (m. 1986), dal quale abbiamo iniziato la nostra ascesa: lasciato da parte per il rientro il facile sentiero pianeggiante a sinistra, ci siamo inerpicati sulla destra verso il Rifugio Pra Martin (m. 2086), dal quale si gode di un'impareggiabile vista sul gruppo del Sella, col Piz Boè: giusto il tempo di una bella sosta ristoratrice (qui è il pezzo più duro dell'escursione) e poi via di nuovo in salita.



Superato questo faticoso tratto, finalmente la pendenza comincia al lasciarci un po' respirare, continuando però con saliscendi fino al punto in cui si trova un bel crocicchio di sentieri: da qui si può raggiungere la valle del Vajolet, logicamente non con un bel sentiero facile stile Ciampedie-Gardeccia, ma con una bella scarpinata; certamente stupendo, ma coi bimbi meglio evitare, soprattutto anche per noi, visto il mio stato emh...interessante!

Ormai però il peggio è alle spalle: da qui in poi non ci saranno più momenti in cui si penserà il famoso "ma chi me lo ha fatto fare a me...", ma solo la gioia per lo stupendo paesaggio: noi ci siamo fermati mille volte a fare foto, a guardare le vette circostanti, a farle ammirare anche al nostro piccolino...è veramente una natura selvaggia, brulla ed incontaminata: uno dei miei preferiti.



E dopo un intenso passeggiare, si giunge finalmente ad un altro incrocio di vie: arrivano dal Passo delle Zigolade i più esperti trekker, alcuni sopraggiungenti dalle più remote parti del Catinaccio, e noi ci facciamo piccolini di fronte a loro, ma comunque orgogliosi di essere arrivati sin qui; ormai la nostra meta è a solo mezz'ora scarsa di strada, per cui gambe in spalla, ormai ci siamo!

E il Rifugio Roda di Vael (m. 2280) fa capolino dalle rocce, non senza prima averci regalato degli scorci indimenticabili lungo il sentiero: menomale che noi ci siamo andati in settembre, perchè immagino che in agosto non ci sia un buco per potersi sedere...la ragione di questo è presto detta: il panorama è fantastico, e ci troviamo in un punto nodale per le tutte le escursioni sul massicco; qui Daniele ha potuto correre di qua e di là, ma sempre sotto la nostra supervisione, dal momento che lo spazio è sì tanto, ma non con gli ampi prati e pascoli cui eravamo un po' abituati, bensì ghiaioso e con sassetti che, in caso di caduta, non attutiscono di certo.

Dopo una gran mangiata sotto il sole, abbiamo preso la via del ritorno, passando per la Baita Pederiva (m. 2275), proprio sotto al Roda di Vael; il tratto di sentiero che scende verso la Mandra de Vael (m.2105) è assolutamente ripidissimo, da fare con molta attenzione, visto che in alcuni punti risulta anche un po' scivoloso: se avessimo percorso il giro al contrario e avessi dovuto farlo in salita, credo proprio che non ce l'avrei fatta...manomale che dalle cartine l'avevamo intuito!



Messo alle spalle questo pezzo, ormai non c'è più nulla da temere: il rientro a Ciampedie avviene poi tutto in mezzo al bosco, con un buonissimo profumo di pini e di abeti; in un'oretta abbondante, transitati pure attraverso un pezzo di pista da sci, siamo ritornati al Rifugio Nigritella e poi a Ciampedie, pronti per prendere nuovamente la funivia, questa volta per tornare a casa.

Cosa aggiungere? Beh il percorso è lunghetto, perchè ci vogliono poco meno di cinque orette (andando piano), ma il panorama offerto ripaga di ogni fatica...calcolata bene la resistenza dei nostri piccini a seguito, il consiglio è di andare!


Adelaide

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