Parto e maternità: l'ospedale che vorrei

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L'ospedale che vorrei

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Quando penso ad avere un altro bimbo, la cosa che mi spaventa di più non sono le ore di sonno che non avrò (e che tutt'ora non ho), non mi spaventa il parto, ne che la mia vita cambi drasticamente una seconda volta. 
La cosa che mi spaventa di più è una mia seconda, eventuale, permanenza in un reparto di maternità inadeguato come quello che ho incontrato la prima volta. 
Scrivo eventuale perché, quando sia io che il mio compagno saremo pronti, spero di avere la possibilità di diventare nuovamente mamma; e se sarà possibile sogno un parto in casa, che avvenga nella maniera più naturale possibile, caratteristica che mi è totalmente mancata nella mia prima esperienza e motivo per il quale sono qui a trattare questa difficile tematica. 

Non è questo il momento od il luogo dove ricordare il mio parto, ma sicuramente posso raccontarvi qual'è l'idea di un buon ospedale in cui partorire che ho maturato nei mesi successivi alla nascita della mia cucciola, mesi in cui grazie al sostegno di persone competenti sono riuscita a riconquistare la serenità di una maternità più consapevole e ricostruire ciò che in quei giorni mi è mancato di più.

Aiuto, innanzitutto. 
Una madre che ha appena avuto un bambino ha bisogno di aiuto! Fisico e psicologico, nei reparti dovrebbero esserci persone preparate che supportino la donna in questo suo nuovo ruolo, che si preoccupino di insegnare le giuste posizioni e "tecniche" di allattamento al seno, che spieghino il meccanismo del corpo che innesca un efficace nutrimento per il neonato e che abbiano la delicatezza di aiutare la donna in questo gesto tanto naturale quanto difficile, soprattutto nei primi mesi.
Nell'ospedale che vorrei nessun pediatra prescrive il latte artificiale per business, con leggerezza.

Nell'ospedale che vorrei la donna non è un numero, viene trattata con gentilezza rispettando i suoi tempi naturali e la sua emozionalità. 
Il personale sarebbe più empatico che "prassico" senza applicare una medicalizzazione forzata solo per "pararsi il sedere". Uso un termine poco professionale e molto forte, ma è proprio così nella realtà. 
Nessuno darebbe niente per scontato solo perché "ne ho viste tante che ormai.."
Tante non sei tu. Ogni mamma ha le sue necessità e i professionisti dovrebbero saperlo meglio di chiunque altro.


In questo magico ospedale non ci sono mille parenti, propri e di altre persone, dove viene del tutto violata la possibilità di vivere appieno ed in tranquillità un momento così intimo come quello dei primi sguardi, delle prime carezze e dei primi contatti pelle a pelle tra mamma e neonato. 
Sono momenti speciali e assolutamente necessari affinché il neonato inizi a conoscere l'odore ed il calore del corpo della madre, il respiro ed il battito in cui ritrova il ritmo della sua vita gestazionale, che presto lo rasserena dal frastuono e dalla fatica della nuova vita esterna.


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Nell'ospedale che vorrei le luci sono soffuse, la confusione azzerata, il vociare sottile quasi impercepibile, le parole rassicuranti.



L'ospedale che vorrei mi regalerebbe un ricordo tenero ed amorevole dell'esperienza di diventare madre.



Non sempre le cose vanno come vorremmo e le situazioni non sono sempre perfette già di base..proprio per questo ritengo che almeno la professionalità di rendere i reparti di maternità luoghi adatti e veramente preparati alla nascita di bimbi e mamme dovrebbe essere un obbiettivo fondamentale del sistema sanitario e dei medici che tutti i giorni lavorano al loro interno.



Il sostegno durante il parto e post parto è un aspetto importante che non deve essere trascurato, mai e da nessuno. In primis non deve essere dimenticato dalle strutture che si occupano di maternità.

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