Allattare al seno è una questione tra mamma e bambino

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Allattare al seno è una questione tra mamma e bambino. 

Di nessun altro.

È un contratto a due dove, solo uno dei contraenti o entrambi, hanno il diritto di dire basta.



È appena trascorsa la settimana dedicata all’allattamento al seno e io, che ho allattato il mio primo figlio 17 mesi e ora, allatto ancora la mia secondogenita (siamo a 21 mesi), rifletto.
Il mio punto di vista è differente da una neo-mamma che inizia ora questo bellissimo percorso, perché ora sto guardando ancora da non troppo vicino, il momento del distacco.
Mia figlia a dicembre compirà due anni e credo, che per noi stia arrivando il momento di smettere.

Allattare al seno è una questione tra mamma e bambino
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La prima cosa che voglio dire, però, è che non c’è una regola precisa: si fa quando si sente che è giunto il momento (nel caso sia la mamma a decidere per entrambi). Questo perché può essere che ci si senta stanche, che  si abbia bisogno di interrompere questo cammino perché oramai si è dato tutto ciò che si poteva. Può anche essere che sia il bimbo stesso a staccarsi.

Nel mio caso, se riguardo il percorso con il mio primo bimbo, ho deciso di togliergli il seno perché ero incinta. In quel periodo, ogni volta che lui si attaccava mi sentivo male: mi innervosivo, mi infastidivo. Poi il test. Le nausee e tutto il resto: Il mio fisico mi stava dicendo chiaramente che non ce la faceva. Eppure sognavo il tandem.
Sono rimasta incinta che il mio bimbo aveva 14 mesi, a 17 piangendo e con fatica (mia), gli ho tolto seno.
E lì, il mio tetta dipendente, che mi dava idea sarebbe stato un percorso incredibilmente lungo e difficile, mi ha dato una lezione di vita. Mi ha insegnato che spesso, siamo noi adulti ad avere difficoltà ad adattarci. A lui è bastata una settimana e trovare un nuovo modo di coccolarsi: per mesi e mesi (lo fa ancora adesso a essere onesti) mi posava la manina sul seno e lo accarezzava.

Per me è stato più difficile, mi sembrava di rifiutarlo, di negargli amore. Non era così, lo so bene.

Ora a distanza di un anno e mezzo sono qui: anche per me e Amalia sta arrivando il momento dei saluti alla tetta. 

Chi lo ha deciso? Di nuovo io. 
Perché facendo un rapido e semplicissimo conto, sono quattro anni che allatto, con l’intervallo dei nove mesi (ma nemmeno tutti) delle due gravidanze.
Sono stanca. E sento che quando Ami si attacca, il mio sguardo non è più incantato o stupito come prima. Certo ci sono momenti che fermerei. Certo so che questa è la mia ultima occasione di allattare. E mi sale il magone. Ma i bimbi crescono e ci sono gesti d’amore che semplicemente si trasformano. Questo è uno di quelli.

Non ho ancora deciso come e quando, ma so che è un momento vicino.
A sto giro sarà più difficile, perché non sono incinta e come potete immaginare, quella è stata una fortissima motivazione.
Adesso invece, è davvero una scelta mia, per di più una scelta che chiude un capitolo della mia vita, ma anche di mia figlia.
Ultimamente si attacca la notte, la mattina e quando ha bisogno di coccole. Con i denti mi ha morso, procurandomi un taglio che da un mese non accenna a guarire e fa davvero molto male.
La stanchezza, il taglio è una sensazione mia interiore, mi fanno pensare (cosa che non era ancora accaduta) a chiudere questo capitolo. 
Non è ancora ora, però. Sarà tra qualche mese, o, magari domani. È un qualcosa che scatta da dentro.
Per questo c’è una cosa che voglio dirvi. 
L’ho scritto all’inizio e lo scrivo qui, a fine post.

L’allattamento è una questione tra mamme e figli. Nessuno puoi venirci a dire che è ora di smettere, nemmeno il papà. Questo non perché non lo si ami abbastanza, semplicemente perché io penso che interrompere questo percorso solo perché qualcuno ce lo ha imposto, un domani sarà un grandissimo rimpianto.

Scegliete voi, sempre.


Colonna Sonora del Post:  James Arthur - Say You Won't Let Go


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