Caro inverno, un tempo ti amavo. Poi sono diventata mamma.

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Caro inverno, un tempo ti adoravo.


Non ho mai sopportato l’estate, con il suo sole troppo forte, il caldo che mi toglieva il respiro, l’afa, le zanzare (ma chi sopporta le zanzare?)… Neppure le giornate in spiaggia al mare mi son mai piaciute, pensa un po’ te!

Caro inverno, un tempo bramavo il tuo arrivo.


inverno


Un tempo non vedevo l’ora di poter fare shopping nella collezione autunno inverno, comprare giacconi, maglioni colorati, calze decorate… Ho sempre trovato gli stili ed i colori invernali più adatti alla mia figura. E poi si sa: i chiletti di troppo d’inverno si possono coprire meglio!

Caro inverno, un tempo aspettavo con trepidazione le tue giornate.




Ho sempre amato la luce delle giornate invernali, E poi volete mettere il bello di ore passate in montagna, in un bosco attorniati dalla neve, magari a fare sci di fondo (uno sport che credetemi ti uccide, ma quante soddisfazioni e che paesaggi ti permette di ammirare…) o, ancora meglio, a bere cioccolata su una terrazza affacciata sulle piste da sci.

Caro inverno, un tempo ti amavo. Poi sono diventata mamma.


Sì, perché se diventare mamma ti stravolge, ti cambia completamente dentro e fuori, capovolge anche la tua visione dell’inverno!
E così questi mesi diventano solo sinonimo di febbri, visite dal pediatra, code in farmacia, week end fuori porta saltati causa malattia improvvisa dei pargoli (che puntualmente aspettano il giorno prima della partenza per farsi venire la febbre, questi monelli…).

Senza considerare che i germi portati in casa dai nostri piccoli trovano ambiente più che favorevole dentro il corpo di noi mamme… E così io per prima in questi mesi ho fatto nell’ordine: quattro tonsilliti, due influenze e qualche altra malattia non meglio definita.



E vogliano parlare di queste fredde giornate, con il sole che ci abbandona già alle quattro del pomeriggio, rinchiuse in casa ad inventarci qualcosa per intrattenere i più piccoli fino all’ora di cena?


Caro inverno, un tempo ti adoravo. Ora non vedo l’ora che venga la primavera.


Che poi con la sua brezza frizzantina, anche lei a volte non è che mi sia così simpatica...


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