La stanchezza delle mamme: l’effetto burn-out

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Cos’è il burn-out? E cosa c’entra con le mamme?


Avete mai sentito parlare di burn-out? Il termine burn-out (letteralmente esaurimento), impiegato principalmente in ambito lavorativo, è stato per la prima volta utilizzato da H. Freudenberg per parlare di ciò che accade ai lavoratori quando le condizioni di lavoro raggiungono livelli di stress tali da incidere notevolmente sulle performance lavorative e sulla salute degli individui. Freudenberg (1974) parla di burn-out come di “annullamento della motivazione o l´incentivazione specialmente quando la dedizione data al proprio obiettivo (compito o relazione) non riesce a provocare il risultati desiderati”. Un lavoratore che “va in burn-out” non trova la forza di alzarsi al mattino e di affrontare con energia la giornata; si sente perennemente stanco, si sente impaziente e intollerante verso ciò che gli accade e che lo circonda, con conseguente difficoltà nella gestione delle emozioni (pianti improvvisi, scoppi di rabbia apparentemente immotivati) e difficoltà nelle relazioni interpersonali, che appaiono impoverite; ha sempre malesseri fisici di diversi livelli di gravità (dalla febbre, al raffreddore, al mal di testa, a disturbi più importanti) a causa dell’abbassamento delle difese immunitarie; non è motivato nel proprio lavoro e per questo è inefficiente e insofferente ai propri compiti.


La stanchezza delle mamme: l’effetto burn-out

Per contrastare l’insorgere e il dilagarsi del burn-out, in ambito organizzativo, le grandi aziende prendono misure preventive che tutelano la salute dei propri dipendenti a favore di migliori performance e, quindi, di una migliore produzione. Tra le misure adottate troviamo la distribuzione dei compiti, le scale motivazionali, aumenti di stipendio, ferie e vacanze.

E le mamme? Chi pensa alle mamme?

Sono certa che molte tra di voi, leggendo le caratteristiche del burn-out lavorativo, avranno pensato: “ma questa sono io!”. Ebbene, anche le mamme vanno in burn-out!
Com’è possibile, vi chiederete? Pensateci, quello della mamma è un lavoro a tempo pieno, anzi, un lavoro h24, è un lavoro ripetitivo, fatto di azioni che si replicano ogni giorno e anche più volte al giorno (es.: lavi, pulisci, riordini la casa, dopo qualche minuto è tutto di nuovo in disordine e ricominci). Questo ripetersi ad oltranza di azioni sempre uguali a se stesse porta con sé il fatto che non vi sia, alla base di esse, il senso di lavoro concluso che sta alla base della motivazione.
Una mamma ha ogni giorno a che fare con l’imprevedibilità del bambino e degli eventi. Pur organizzando i tempi e gli impegni nei minimi particolari, si trova spesso a scontrarsi con la dura realtà: seguire nei dettagli quanto si è programmato non è impossibile, ma molto difficile quando si ha a che fare con uno o più bambini. Capita così, ad esempio, che si riesca ed esser tutti pronti per uscire in perfetto orario, ma davanti la porta di casa succeda qualcosa di imprevisto (pianti, malesseri, bisogni di vario genere) che “manda all’aria i piani”.
Dopo un’intera giornata di corse, impegni, cose da fare, faccende domestiche, si arriva spesso alla sera con la sensazione di non essere riuscite a fare nulla e di non sapere nemmeno come si sia speso il proprio tempo.
Queste sono sensazioni e situazioni che noi mamme conosciamo benissimo e ci sembra che debba essere ovvio a tutti quanta fatica facciamo ogni giorno. Eppure così, molte volte, non è.
Accade spesso che gli sforzi delle mamme non vengano riconosciuti nemmeno da chi sta loro accanto, ci si aspetta che siano per forza felici del tempo passato con i loro bambini, senza tenere conto delle energie fisiche ed emotive investite nell’accudirli ed educarli, nonché nell’occuparsi di tutto il resto.
Cosa provoca tutto ciò? Insofferenza, stanchezza, perdita della motivazione, in altre parole burn-out.

Prevenire il burn-out materno

Il burn-out di per sé non è ancora considerato una patologia, ma è una sindrome da stress spesso associata a diversi disturbi di carattere clinico come depressione, ansia, disturbi psicosomatici. È facile, quindi, comprendere quanto a rischio sia una madre priva di sostegno adeguato. Proprio il sostegno di una rete che circonda le madri e le aiuta e sostiene nel difficile compito che le attende fin dalla nascita dei loro figli è la migliore arma di prevenzione del burn-out materno. Come per il burn-out lavorativo, una tattica utilissima per minimizzare gli effetti dello stress è quella della distribuzione dei compiti: in passato le donne non erano mai sole nell’accudimento dei figli e nello svolgimento degli impegni quotidiani, ma erano circondate da madri, nonne, zie, cugine e perfino amiche sempre pronte a sostenerle e a dar loro una mano. Questa preziosissima rete “naturale” di supporto oggi non esiste più e le madri si ritrovano spesso sole e oberate da un carico fisico ed emotivo sempre più opprimente.
Il miglior modo per prevenire un esaurimento fisico e affettivo è, quindi, quello di offrire a queste madri supporto emotivo e materiale, alleggerire questo “carico”, concedere ascolto, comprensione, pause e riposo, riconoscere gli sforzi e la fatica che affrontano ogni giorno. Il benessere delle madri è il benessere dei loro figli, favorirlo è fondamentale per tutta la società.

Le mamme non sono pagate per tutto il gran lavoro che fanno ogni giorno, lo fanno perché vogliono, lo fanno perché amano, senza mai chiedere nulla in cambio.

Dott.ssa Florinda Lo Piano

La Psicologa delle Mamme

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