Proverbi, stornelli, filastrocche e ninne nanne

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Sul mio blog, ho deciso di dedicare degli articoli alla mia città, riscoprendone le bellezze del
passato, tra tradizioni, ricette antiche e vecchi proverbi pistoiesi. Ma non mi ero ancora soffermata a dare una definizione delle varie forme “letterarie” che hanno caratterizzato la nostra tradizione popolare.
Ad esempio, tutti sappiamo che cos'è un proverbio, ma in quanti saprebbero darne una definizione
precisa? Infatti, non è facile.. Aristotele lo descrisse come il “frammento di un’antica sapienza”,
definizione che rende molto l’idea di che cos'è un proverbio.
Personalmente, darei come definizione di proverbio quella di “modo di dire”.
Ebbene, Giuseppe Giusti, il poeta satirico monsummanese che elaborò un’intera raccolta di proverbi, li distinse dai modi di dire, ritenendo quest'ultimi delle forme più usuali e meno espressive. Possiamo dire che i proverbi racchiudono, in poche parole, la saggezza popolare, in una forma poetica sintetica e spesso in rima, per facilitare la memorizzazione. Si caratterizzano per la brevità, la profondità e l’incisività del contenuto, con lo scopo di trasmettere nel tempo l’esperienza vissuta.


Proverbi, stornelli, filastrocche e ninne nanne



Un esempio di proverbio che ben si addice a questo periodo: “Il mese di bruma, dinanzi mi scalda e di dietro mi consuma” il mese di bruma, cioè novembre è il mese di passaggio dalla stagione più calda a quella più fredda.

Una forma molto diffusa dalle mie parti è lo stornello. Deriva dal provenzale “estorn”, gara poetica ed è di solito formato da tre versi, in rima. Solitamente è improvvisato e affronta vari temi, tutti volti a suscitare l’ilarità del pubblico. Un cantante di stornelli molto noto in Toscana è Riccardo Marasco

Le filastrocche (fila-strocco, che probabilmente era un antico tipo di seta) sono, invece, una tiritera, una serie più o meno lunga di parole, sotto forma di canzonetta, spesso recitata dai bambini durante il gioco oppure dagli adulti per far divertire i più piccini. Un esempio famoso è “ambarabà ciccì coccò”.

Le ninne nanne sono composizioni di origine popolare caratterizzate da un andamento monotono e
cadenzato, vengono canticchiate con un tono della voce molto sommesso. Venivano (e vengono tuttora) usate per conciliare il sonno dei bambini.

Beatrice

Fonte: “C’era una volta. Raccolta di proverbi, stornelli, filastrocche e cantilene treppiesi a cura di Giorgio Corradi”, Ven. Confr. della Misericordia Treppio, 2000

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