Personaggi del passato legati all’evoluzione dell’ostetricia

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Per le donne che oggi possono partorire in serenità senza incorrere in tutte le difficoltà che accompagnavano le nascite nel passato, può essere interessante avere qualche informazione su personaggi che nel corso dei secoli hanno contribuito all’evoluzione dell’ostetricia.
In questo articolo comincerò col citarne due, appartenenti a secoli diversi, la cui storia è per vari motivi molto interessante.

Madame Angelique de Coudray

Madame Angelique de Coudray
Fonte www.geriwalton.com

Nella seconda metà del XVIII secolo l’elevata mortalità infantile della Francia ebbe un netto calo grazie all’opera di una ostetrica, Madame Angelique de Coudray, che fu una pioniera nel sostenere le richieste delle donne di essere ammesse alla specializzazione di ostetricia, a cui solo gli uomini potevano iscriversi. La de Coudray creò un famoso “manichino” grazie al quale era possibile insegnare la pratica alle aspiranti ostetriche. Infatti rappresentava l’interno del corpo femminile con la parte superiore aperta in cui veniva posizionata una bambola dalle dimensioni di un neonato. Grazie a un gioco di stringhe e cordicelle che permettevano l’allungamento del canale del parto e l’apertura della vagina veniva espulsa simulando la dinamica del parto. Anche se il manichino era confezionato in modo artigianale, in stoffa e pelle imbottite di cotone, riproduceva fedelmente l’anatomia dell’apparato genitale femminile. Oltre alla bambola/neonato il manichino comprendeva anche vari accessori che permettevano di mostrare diverse fasi della gravidanza: per esempio un feto di sette mesi posizionato dentro l’utero, o due gemelli legati a un’unica placenta.
Grazie al consenso del re Luigi XV, dal 1759 Mme de Coudray iniziò a tenere in tutta la Francia corsi finanziati dallo Stato. Ad essi parteciparono molti chirurghi che portarono avanti i suoi insegnamenti e più di 5000 donne provenienti dalle campagne che, anche se poco istruite, grazie alla sua “macchina da dimostrazione” poterono apprendere in modo pratico ad essere di aiuto alle partorienti.

Ignaz P. Semmelweis
E’ grazie all’opera del dott. Semmelweis, medico ungherese, se nel 1847 si riuscì a debellare la febbre puerperale che nel XIX secolo falcidiava molte puerpere che avevano partorito nelle maternità degli ospedali cittadini. Alla clinica ostetrica di Vienna dove lavorava, c’erano due padiglioni, di cui uno tristemente noto perché lì il rischio di morte per febbre puerperale equivaleva a certezza. Nessuna donna voleva andarci e ci finivano quelle che arrivavano senza soldi, senza aiuti, o le ragazze madri, condannate dagli intransigenti costumi dell’epoca.
Semmelweis si rese conto che la possibile causa della diversa mortalità tra i due padiglione era dovuta al fatto che in uno le donne venivano visitate esclusivamente dalle ostetriche, mentre nell’altro dagli studenti di medicina, che spesso prima avevano compiuto delle autopsie. Per valutare la veridicità della sua ipotesi fece disinfettare le mani con una soluzione di cloruro di calcio a chi doveva visitare le donne e  in breve la mortalità scese considerevolmente. La sua scoperta tuttavia fu osteggiata dai colleghi, che non solo non portarono avanti la sperimentazione, ma lo fecero espellere dall’ospedale in cui lavorava. Tornato in Ungheria, subì lo stesso trattamento all’ospedale S. Rocco di Budapest e dovette anche dimettersi dalla cattedra universitaria che gli era stata offerta. Cadde in uno stato di profonda depressione e i suoi detrattori ne approfittarono per farlo rinchiudere in un manicomio dove morì a soli 47 anni per un’infezione insorta a seguito di un’autopsia. Solo 15 anni dopo fu eretto un monumento in suo onore a Budapest e gli fu intitolata la clinica ostetrica di Vienna.

dott. M. Marcone

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